Fondatrice della comunità delle Oblate di Tor de’ Specchi, Francesca Romana è stata una donna distintasi per umiltà e carità, e vissuta a Roma per tutto l’arco della sua vita (dal 1384 al 1440).
Nata con il nome di Francesca Ponziani nella nobile famiglia dei Bussa de’ Leoni, Francesca Romana si ritrovò a sposare appena dodicenne Lorenzo de’ Ponziani, dal quale ebbe tre figli, di cui solo il primogenito sopravvisse alla peste che colpì la città quando erano ancora giovani. Dopo aver badato alla famiglia per anni, nel 1425 si offrì come oblata della Vergine nella basilica di Santa Maria Nova al Foro, insieme ad altre nove compagne. Pur dedicando se stessa alla Vergine, continuò (come le compagne) a vivere nella propria abitazione con la famiglia per diversi anni, fino al 1433. Quell’anno le compagne acquistarono una dimora nei pressi del Campidoglio, nel rione Campitelli, per condividere la vita comune. Solo alla morte del marito Lorenzo, Francesca si unì definitivamente a loro, diventando in brevissimo tempo il capo della piccola congrega.
Da sempre Francesca era un’ottima governante di casa, a cui provvedeva non facendo mai mancare nulla a chi la occupava, ma occupandosi anche dei poveri e dei malati, distribuendo cibo e portando cure. La casa divenne presto un luogo di riferimento per il popolo e per chi aveva bisogno di aiuto. Amata dai cittadini di Roma, furono proprio loro ad donargli l’appellativo di Francesca “Romana”, come segno di riconoscimento. Accudita dalle consorelle oblate, morì nel marzo del 1440, ma tanta era la sua nomea che furono conservate alcune reliquie di questa “suora laica”.
Ancora oggi il monastero dove fu eretto l’ordine delle Oblate di Santa Francesca Romana è attivo (in via Teatro del Macello al numero 32), e qui sono esposti i vestiti della donna e un suo dito. La salma si trova invece nella basilica di Santa Maria Nova al Palatino, reintitolata a lei nel ‘600, dopo che Papa V Borghese la canonizzò e rese patrona dei romani (insieme ai più noti Pietro e Paolo). Il 9 marzo è il giorno in cui ancora oggi viene celebrata Francesca Romana, ed in cui il monastero viene aperto ai fedeli e ai visitatori.
In questa quieta oasi ai piedi del Campidoglio, ai nostri giorni le oblate si dedicano ancora e soprattutto all’insegnamento del catechismo ai bambini in preparazione alla prima comunione, ma il loro convento ospita anche studentesse universitarie fuori sede, che si appoggiano a loro per il periodo dei loro studi.
Lo stesso monastero vale una visita anche soltanto per la sua struttura: tra i decori quattrocenteschi, affreschi di Antoniazzo Romano (che ritraggono la vita di Francesca), l’agrumeto che impreziosisce l’ordinato chiostro e la stanza occupata un tempo dalla santa, è facile immergersi nella atmosfere del passato.
Oltre che patrona di Roma, Francesca Romana lo è anche degli automobilisti, degli oblati benedettini, delle vedove e viene invocata contro la peste (o più in genere la malattia), ad affermazione dell’importanza di questa santa donna, forse non molto conosciuta fuori dalla nostra capitale, ma ancora molto amata e stimata dai romani.