C’è un grande fermento per l’odierna beatificazione di Carlo Acutis, che avverrà ad Assisi, nella Basilica Maggiore. Pur nel rispetto delle rigide norme sanitarie per il Covid-19, numerosi fedeli accorsi da ogni parte del mondo hanno voluto far sentire la propria presenza. La beatificazione di questo giovane è un evento eccezionale, di certo destinato a lasciare il segno nella Chiesa.
Carlo Acutis è nato a Londra nel 1991 e visse a Milano. Per molti aspetti simile a tutti i suoi coetanei, con impegni scolastici, amici e vari interessi, ha unito però la passione per internet con la sua forte fede. Carlo utilizzava infatti la rete per aiutare il prossimo e testimoniare il suo credo. Morto giovanissimo a causa di una leucemia fulminante nel 2016, aveva solo 15 anni, ma aveva già messo al centro della sua vita, Gesù. Riconoscendo la sua forte fede e il suo operato, Papa Francesco lo ha dichiarato venerabile nel 2018.
Nel documento “Christus vivit”, il santo padre ha dichiarato come “attraverso la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale e il suo vigore apostolico. Il balsamo della santità generato dalla vita buona di tanti giovani può curare le ferite della Chiesa e del mondo, riportandoci a quella pienezza dell’amore a cui da sempre siamo stati chiamati”.
Carlo Acutis è quindi diventato un esempio da seguire, il ragazzo della porta accanto dell’era di internet, che ha vissuto “per Cristo con Cristo e in Cristo”. Si definiva “nativo digitale dell’Eucaristia” e considerava la propria partecipazione alla messa quotidiana e alla recita del rosario come “la mia autostrada per il cielo”. Un ragazzo mite, coraggioso, che ha impiegato le moderne forme di comunicazione per comunicare valori, bellezza e trasmettere il Vangelo.
Nonostante il suo moderno approccio e utilizzo della tecnologia, così facile ai giovani, Carlo metteva in guardia i suoi amici e se stesso da un utilizzo esagerato della stessa. Cellulari e computer sono sì mezzi utili ma se non usati con parsimonia e buon senso nascondono pericoli. Una frase di Carlo, che lo stesso papa Francesco ha voluto sottolineare, è: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Un messaggio forte, che voleva mettere in guardia dalle insidie che lo smodato sfruttamento delle tecnologie moderne può celare.
Una fede al passo con i tempi, quella di Carlo Acutis, che si rifletteva nella sua vita quotidiana. Sua madre, Antonia Salzano, racconta di come aiutasse la signora che andava a casa loro per stirare, se si accorgeva che il lavoro era troppo. Non voleva farle prendere i mezzi per tornare a casa da sua figlia troppo tardi. Anche se non sempre ne aveva voglia, aiutava molto in casa, tenendo in ordine la sua stanza e talvolta occupandosi di altre faccende. Era amico dei portieri del suo stabile e di quelli del quartiere in cui viveva. Aiutava con quello che aveva, impiegando i suoi risparmi per comprare sacchi a pelo ai senza tetto, e gli portava da mangiare. Ecco come un giovane qualsiasi ha iniziato i suoi passi verso la beatificazione, mettendo al centro delle sue attività quotidiane, la misericordia e la benevolenza che Gesù ci ha insegnato. Eucarestia come maestra di vita.
Un cuore semplice e generoso quello del beato Acutis, che è stato e sarà d’esempio a molti.