XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4-25 ottobre 2015)

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Dal 4 al 25 ottobre in Vaticano si svolgerà il Sinodo ordinario dei vescovi sul tema
«La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo»

Di seguito un estratto dell’intervista di Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale dell’assemblea generale ordinaria del Sinodo, rilasciata a Famiglia Cristiana, dopo la pubblicazione del documento preparatorio.

Nel documento probatorio dell’appuntamento del sinodo di ottobre 2015 – afferma Monsignor Bruno Forte – “si specchiano tutti i continenti, nessuno escluso, ciascuno con la sua specifica sensibilità, l’Africa alle prese con la poligamia, l’India condizionata dal problema delle caste, l’Asia segnata spesso dalla scarsa considerazione sociale della donna, l’America latina ferita dai grandi flussi di inurbamento e di emigrazione che spaccano i nuclei familiari. Al 23 giugno, data di presentazione dell’Instrumentum laboris, avevamo ricevute 99 riflessioni da parte di altrettante Conferenze episcopali e 359 osservazioni inviate liberamente da diocesi e parrocchie, da associazioni e gruppi, da movimenti e organizzazioni civili, da famiglie e da singoli credenti. Insomma, parliamo di uno scritto articolato, frutto di un dibattito autenticamente capillare, che affronta tanti temi”

I cinque argomenti più importanti? «Primo: la bellezza della famiglia, società naturale fondata sul matrimonio, unione stabile e feconda di un uomo e di una donna. Lo ribadiamo non per polemizzare con qualcuno ma per indicare un orizzonte valido per tutti. Secondo: l’accompagnamento. Vuole essere una Chiesa che non sale in cattedra, non lancia anatemi, ma sta dalla parte della gente. Nessuna abiura, ci mancherebbe. Vuole rinnovare i modi dell’annuncio, non i suoi contenuti. Terzo: l’integrazione di donne e uomini protagonisti e responsabili quale che sia lo stato delle loro relazioni familiari. Nell’Instrumentum si trova la richiesta di rimuovere il veto che impedisce a divorziati e risposati di diventare padrini o madrine, catechisti, ministri straordinari dell’Eucarestia. Quarto: il respiro ecumenico e interreligioso. Quinto: la centralità della persona, il che porta anche a un maggior coinvolgimento delle donne. Che devono aver più spazio nei processi decisionali interni alla Chiesa, devono vedersi affidate responsabilità dirette a capo di alcuni organismi, dalla Caritas agli Uffici famiglia, devono essere coinvolte nella formazione dei sacerdoti. »
(http://www.famigliacristiana.it/articolo/monsignor-bruno-forte.aspx)

In molti hanno sintetizzato il sinodo solo come il tentativo di risposta alle due questioni più attuali e dibattute nel mondo cristiano, cioè la Comunione ai divorziati risposati con la possibile apertura, un giorno, forse, ma a certe condizioni, dopo un cammino di riconciliazione…ed il caso dei matrimoni gay, circa i quali viene riconfermata quanto già affermato dalla dottrina: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia» è davvero non giusto e fortemente lontano da ciò che si vuol far venire fuori da tale incontro.

Non ci rimane che accogliere la richiesta di Papa Francesco di pregare per le decisioni del sinodo.

Autore: Redazione