Nell’anno della Misericordia si è tenuto ad Assisi, dal 18 al 20 settembre, il 30esimo incontro ecumenico interreligioso tra le diverse religioni e culture di tutto il mondo.
Tre giorni di celebrazioni, incontri e preghiere organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane di Assisi.
Domenica 18 settembre nell’assemblea d’Inaugurazione alla presenza di Sergio Mattarella Presidente della Repubblica italiana si sono avviati i lavori, presieduti da Hilde Kieboom Vicepresidente della Comunità di Sant’Egidio, Domenico Sorrentino Arcivescovo di Assisi e Catiuscia Marini, Presidente della regione Umbria. Con le relazioni di Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di sant’Egidio e di Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, con il contributo del famoso sociologo polacco Zygmunt Bauman, gli interventi di Faustin-Archange Touadéra presidente della Repubblica Centraficana e Baleka Mbete presidente dell’Asssemblea nazionale della Repubblica del Sudafrica. Accompagnate dalle toccanti testimonianze di Dominique Lebrun Arcivescovo di Rouen, Francia, di Domenico Pompili Vescovo di Rieti, e César Alierta, Profuturo Spagna, unite agli interventi di Avraham Steinberg Rabbino di Israele, Mohammad Sammak Consigliere politico del Gran Mufti del Libano e di Nichiko Niwano, Presidente del buddismo Rissho Kosei-kai Giappone.
Durante la giornata del 19 settembre si sono avuti numerosi incontri nei differenti Panel: dalle sfide dell’Africa globale, alla “casa comune” nostra madre terra, dall’Asia: religioni e valore della vita, a Religioni e poveri. Un’opportunità unica e preziosa per le differenti religioni e culture, un’incontro e di scambio reciproco su come poter intervenire dialogando in una prospettiva di pace.
Il mattino del 20 settembre si sono intervallati altri incontri in differenti panel affrontando le tematiche di: ecumenismo e carità, la preghiera alla radice della pace, le religioni e la salvaguardia del creato. Punto centrale in tutti gli incontri nei panel è stato lo spirito di Assisi, uno spirito che si mantiene vivo e attuale da 30 anni, da quando la domenica del 27 ottobre del 1986 dalla basilica di Santa Maria degli Angeli Giovanni Paolo II iniziò il suo discorso dicendo: “Miei fratelli e sorelle, Capi e rappresentanti delle Chiese cristiane e comunità ecclesiali e delle religioni del mondo, Cari amici. Ho l’onore e il piacere di dare a voi tutti il benvenuto in questa città di Assisi per la Giornata mondiale dei preghiera …
Molti pensavano fosse una meteora, che dopo quella giornata non ci sarebbero stati più occasioni di dialogo ecumenico internazionale, invece così non è stato ed il 30esimo anniversario ad Assisi lo dimostra.
Alle 11.30 del mattino del 20 settembre il santo Padre è giunto ad Assisi ed è stato accolto da: padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento, Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, un rappresentante delle varie comunità musulmane, Sua Grazia Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury Sua Santità Efrem II, Patriarca Siro-Ortodosso di Antiochia, il rappresentante dell’Ebraismo, ed il capo supremo dei Tendai ( Giappone).
Nel pomeriggio alle 15.15 il Santo Padre li ha incontrati singolarmente e a partire dalle ore 16.00 le diverse religioni si sono collocate in diversi luoghi per un momento di preghiera per la pace. I cristiani nella Basilica Inferiore di san Francesco, I musulmani nel Sacro Convento, dell’Istituto teologico,gli Ebrei nel sacro Convento, Frate Elia, gli Scintoisti nel sacro Convento Chiostro dei morti, gli Oomoto nel Sacro Convento, Chiostro dei novizi, le religioni indiane (Giainisti, Zoroastriani, Sick e Induisti), nella Sala Pinacoteca, della piazza del Comune, i buddisti nel Palazzo Monte Frumentario, i TenriKyo nel giardino Monastero di Sant’Andrea.
Terminata la preghiera tutti i partecipanti si sono ritrovati fuori della Basilica Inferiore. Nel suo discorso il Santo Padre Francesco ha esortato alla Pace, perché solo la Pace è santa. No alla guerra, No a violenza in nome di Dio. Mai il nome di Dio può giustificare la violenza, perché il nostro futuro è vivere insieme, e noi come capi religiosi siamo tenuti a essere tenuti ad essere solidi ponti di dialogo.
Franco Collodet