è trascorso quasi un mese ormai dall’inizio dell’esposizione della grafica del Novecento, nella Collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani, in mostra dal 10 dicembre 2019, e c’è ancora tempo fino al 29 febbraio 2020 per poterla ammirare. La mostra, dal titolo “I segni del sacro. Le impronte del reale”, è stata allestita nel Braccio di Carlo Magno, in Vaticano, e permetterà al pubblico di osservare i disegni di artisti contemporanei, donati a Paolo VI, di solito inaccessibili e ben custoditi all’interno dei musei papali. Un ulteriore incentivo per gli interessati all’esposizione, può essere l’ingresso gratuito.
Le opere selezionate sono circa 150 e fanno parte della sezione dedicata all’arte contemporanea, scelte con cura tra le circa quattromila che compongono l’intera collezione grafica dei musei, formata grazie al desiderio di Paolo VI nel 1973. Si tratta di un patrimonio che rileva quanto sia importante il legame storico tra Chiesa ed arte, composto da litografie, xilografie, acqueforti e puntesecche. La conservazione di queste opere è molto accurata, ed avviene in apposite cassettiere, in specifiche condizioni di temperatura e umidità e lontane dalla luce, in modo da mantenere la carta in condizioni ottimali, con esperti restauratori a supervisionare il tutto.
Nella
sala 17 delle Collezioni d’Arte Contemporanea avviene una rotazione
periodica delle opere, in modo da fornire un’esposizione sempre
nuova ai visitatori, che vogliono tornare nelle sue sale per godere
della vista delle opere d’arte vaticane. Tra i nomi
illustri che
vengono presentati, tutti provenienti dai movimenti artistici
dell’ottocento e del novecento, troveremo Paul Klee, Edvard Munch,
Otto Dix, Umberto Boccioni, Henri Matisse, Marc Chagall, Joan Mirò,
Oskar Kokàschka, Max Ernst, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Mario
Sironi. Ci saranno opere complete, e disegni o schizzi a
testimonianza dell’atto creativo iniziale dei vari artisti.
Proprio
grazie ai Musei Vaticani, il visitatore potrà ammirare anche un
“dietro le quinte” composto dal Laboratorio di opere su carta e
dal deposita.
Si tratta di una mostra che comprende non solo opere dal soggetto religioso, ma un miscuglio di scelte ideato per creare un percorso, attraverso il quale, il visitatore potrà “leggere” un racconto in cui l’uomo tende a quanto di buono, onesto, giusto e vero c’è nella vita. Tra queste ci sono anche opere più moderne, che ci parlano della tragedia dei morti in mare a cui viene associato il martirio di Cristo. Si tratta quindi di una possibilità di “sbirciare” in tesori egregiamente custoditi dalla Chiesa, e che in genere sono poco esposti (proprio a livello mondiale) a causa della tipologia, perché “la carta è infatti un supporto che ha bisogno di cure e attenzioni speciali”, come ha ricordato la curatrice Francesca Boschetti.